Pagine

venerdì 17 febbraio 2012

Venerdì del libro: "Kahuna. Alla scoperta della terra cava e delle tavolette rongo rongo"

Apro il post di oggi chiedendo scusa a tutti quelli che mi hanno scritto in questi giorni e a cui non ho ancora risposto. È stata una settimana pienissima, avrei voluto scrivere un sacco di post, avrei voluto dirvi che sono commossa per la comprensione e affetto che dimostrate, avrei voluto indire il mio primo give away per festeggiare il compleanno del mio blog e il raggiungimento dei 100 followers ma purtroppo non è andata così. Prevedo che sarò assente ancora per un po', vi racconterò più avanti perché ma non preoccupatevi, niente di grave.

Al Venerdì del libro però non potevo mancare!

Oggi vi propongo:


Il libro è stato regalato ad Edoardo da una zia due natali fa. È stato scelto, nonostante sia consigliato dai 9 anni in poi e sia lungo 443 pagine, perché parte del ricavato della vendita viene devoluto all'associazione Make-A-Wish che si occupa di realizzare i desideri dei bambini affetti da gravi malattie.

Edo era decisamente troppo piccolo per intrapprendere la lettura ma io non ho saputo resistere!
Nonostante il linguaggio semplificato adatto appunto ai bambini, la storia ha saputo catturare la mia attenzione ed entusiasmarmi.

Qui potete leggere le prime dieci pagine del libro e un riassunto.

Ed eccovi anche il booktrailer.

venerdì 10 febbraio 2012

Venerdì del libro: "Cosa ti manca per essere felice?"


Ieri il corriere mi ha portato un libro che ho tanto atteso e desiderato.

Non ho potuto resistere, ho accantonato la lettura che avevo in corso e mi sono buttata tra le pagine di Simona Atzori, ballerina e pittrice, nata senza le braccia.

Non ricordo più come ho scoperto questo libro, ricordo solo il mio stupore davanti al titolo "Cosa ti manca per essere felice?" perché è la domanda che spesso mi sono posta io su mio figlio: "Cosa gli manca per essere felice?" Niente. E infatti lui è felice.

Non sono neanche a metà libro ma posso già dirvi che mi ha toccata profondamente. Ammiro la sua grinta, la sua voglia di lottare e farsi valere, la sua capacità di sorridere davanti alle difficoltà.

Spesso mi chiedo cosa penserà mio figlio da grande, quando sarà in grado di analizzare la situazione; vorrei tanto che, come Simona, si sentisse immensamente amato e fortunato:

"Oggi, però, non posso non domandarmi cosa avrà provato (si riferisce al padre) alla mia nascita, quali sensazioni, quali dubbi gli saranno frullati in testa. Cosa lo ha aiutato a trovare la serenità che ha sempre trasmesso[...]"

"Li immagino così(i suoi genitori) mentre mi scelgono ancora una volta, con un atto d'amore ancora più grande, reale e sincero. Io in quel momento sono diventata la loro figlia, non per un diritto di sangue, ma per una scelta concreta e d'amore."

"La nostra avventura comincia da qui. Nessuna certezza, nessuna sicurezza, migliaia di dubbi e paure,ma avevo una famiglia pronta a dare amore ed è bastato.. Non solo: è stato il punto di partenza migliore che potessi avere."

Vorrei anche che durante il suo percorso giungesse alle stesse conclusioni a cui è giunta lei:

"Ho capito che spesso i limiti sono negli occhi di chi mi guarda"

"Tutto prima o poi assume il colore più intenso: basta saper aspettare che la luce giusta lo faccia vibrare."

"Spesso i limiti non sono reali. Ce li poniamo noi, o ce li pongono gli altri e noi, semplicemente, lasciamo germogliare e crescere le idee di noi che ci trasmettono. Dobbiamo fermarci in tempo, prima di diventare altro da noi, prima di diventare quello che gli altri si aspettano che siamo."

Mi ha lasciata senza parole la descrizione del rapporto di complicità con la madre: una donna che non dice "no" ma "perché no?", "così no ma così sì" e le strizza l'occhio.
Le cose che scrive sua madre mi hanno profondamente commossa:

"Ancora mi domando come faceva a sapere sempre come fare. Ora so che forse non lo sapeva, che aveva le sue paure e le sue debolezze. Aveva, però, la grande capacità di farmi sentire protetta e amata."

"Solo ora inizio a percepire le sue debolezze, le sue paure. Ora che sono anch'io una donna vedo la sua vita in modo diverso. Lei per me è sempre stata un supereroe. Sapeva come affrontare le cose e lo faceva con una serenità disarmante. Accanto a lei non avevo mai paura, sapevo che avrebbe risolto qualsiasi situazione. Sentivo di essere forte e di poter affrontare tutto."

Vorrei somigliare anche solo un pochino a questa donna o per lo meno che mio figlio mi percepisse così. Quando è nato Edo mi è stato detto che sarebbe stato un bambino felice e sereno perché io lo ero, Simona mi conferma che forse può essere davvero così. Gli psicologi mi hanno sempre detto che prima o poi arriverà per mio figlio la fase del dolore. Vedendolo ora mi sembra impossibile e sono positiva ma il timore per il futuro resta lì sospeso. Leggere storie come questa mi fa sperare di non essere una povera illusa che si è costruita il suo mondo di fiabe: a volte l'amore basta, a volte l'amore è il punto di partenza per essere felici.

Questo post partecipa al Venerdì del libro di Homemademamma.

mercoledì 8 febbraio 2012

Gioco dell'impiccato (da grattare)

Quest'estate in Francia mi sono innamorata di questo libro ma naturalmente non ne esiste una versione italiana (almeno io non l'ho trovata) e il francese di Edoardo è decisamente troppo limitato.

Poi però mi sono ricordata di questo post di Mammagiramondo così ho deciso di realizzare con la stessa tecnica il nostro gioco dell'impiccato da grattare!



Dopo aver stampato ciò che avevo preparato a computer, ho sovrapposto alle lettere un rettangolo di carta trasparente. Poi, con della pittura argento mescolata a qualche goccia di detersivo per i piatti, ho colorato le indicazioni sotto ogni lettera (X quando la lettera in questione non è contenuta nella parola, un numero per indicare la posizione della lettera indovinata all'interno della parola). Poi ho lasciato asciugare, aggiunto un paio di adesivi in tema con la parola da indovinare e ho presentato il gioco ad Edo.



Eccolo intento ad aggiungere le prime lettere scoperte: la "O" presente ben due volte in quarta e sesta posizione e la "R" in quinta.


Ci siamo quasi...Edo, riesci ad indovinare?



Sììì!!!
Edoardo si è divertito un sacco. Il gioco dell'impiccato gli è sempre piaciuto e il dover grattare con la monetina rende il tutto più emozionante! Unico inconveniente: è piuttosto laborioso da preparare se si vogliono fare più parole perché per ogni parola bisogna rifare il tutto...Però ne vale la pena, per il prossimo viaggio (o giro in ospedale...)mi armerò di pazienza e ne preparerò un po'!

lunedì 6 febbraio 2012

Anche un pigiama può dare degli spunti...

È bastato un pigiama ad accendere la tua curiosità.


L'abbiamo comprato insieme e poi mi hai chiesto di correre a casa a leggere il libro per capire meglio quelle figure. Io continuavo a dirti che lo trovavo un po' difficile per la tua età ma tu hai insistito. Così da qualche giorno stiamo leggendo "Il piccolo principe". Edo ammette che è un po' difficile ma nonostante la mia proposta di riprenderlo fra qualche anno lui si ostina a continuare perché dice che "è troppo bello". Come dargli torto:


Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato “Storie vissute della natura”, vidi un magnifico disegno. Rappresentava un serpente boa nell’atto di inghiottire un animale. Eccovi la copia del disegno.
C’era scritto: “I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla.
Dopo di che non riescono piu’ a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede”. Meditai a lungo sulle avventure della jungla. E a mia volta riuscii a tracciare il mio primo disegno. Il mio disegno numero uno. Era cosi’:


Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava. Ma mi risposero: “ Spaventare? Perche’ mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?”. Il mio disegno non era il disegno di un cappello. Era il disegno di un boa che digeriva un elefante. Affinche’ vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa. Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi. Il mio disegno numero due si presentava cosi’:


Questa volta mi risposero di lasciare da parte i boa, sia di fuori che di dentro, e di applicarmi invece alla geografia, alla storia, all’aritmetica e alla grammatica. Fu cosi’ che a sei anni io rinunziai a quella che avrebbe potuto essere la mia gloriosa carriera di pittore.
Il fallimento del mio disegno numero uno e del mio disegno numero due mi aveva disarmato. I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.

venerdì 3 febbraio 2012

Venerdì del libro: "Il cavaliere coraggio"

Ve le ricordate le storie a bivio che si trovavano su Topolino? Quelle in cui era il lettore che in vari punti della storia doveva decidere come far proseguire l'avventura scegliendo tra le opzioni che gli venivano date? E che se poi non ti piaceva il finale o eri curioso di conoscere gli altri possibili finali tornavi indietro e rileggevi tutto da capo?

Beh, io me le ricordo benissimo e da un sacco di tempo cercavo un libro impostato allo stesso modo. Finalmente l'ho trovato!!! Eccolo qui:


Si tratta di un libro gioco. In ogni pagina il lettore deve superare delle specie di prove (giochi d'osservazione) e se vince deve scegliere che strada intrapprendere. Non sempre però quella che ci sembra essere la strada giusta si rivela essere la scelta migliore e allora si deve tornare indietro di qualche pagina o addirittura all'inizio e ritentare la sorte!

Età di lettura consigliata: +5

giovedì 2 febbraio 2012

Pupazzo di neve con il sale (riciclato)

Alla fine per riciclare il sale ho deciso di far realizzare ad Edoardo un pupazzo di neve come quello visto qui.


Ecco il nostro "capolavoro"!

Ora come suggerito da Monica userò il resto del sale avanzato per fare la pasta di sale!

Lo spazzaneve

Oggi Edo non è andato a scuola. Dalla scorsa settimana mancano le sue maestre (entrambe ammalate) e ieri erano solo in 8. Così visto che non smette di nevicare e che a scuola non stanno concludendo niente ho deciso di tenerlo a casa.

Dalla finestra contempliamo il paesaggio innevato ed Edoardo mi ha interrogata sul funzionamento dello spazzaneve. Non riuscendo a fargli capire che in realtà la neve non viene portata via ma solo accostata a un lato ho provato a spiegarglielo così:





Ora andiamo a cercare un modo per riciclare il sale che abbiamo usato... :D

mercoledì 1 febbraio 2012

L'igloo

Sabato ci siamo dedicati alla lettura di uno dei libri di cui vi ho parlato qualche venerdì fa: "Nelle case degli uomini". Volevo proporre ad Edoardo un'attività attinente a quello che avevamo appena letto così gli ho suggerito di utilizzare la plastilina (che tra l'altro fa un gran bene alle sue manine quindi a casa nostra viene proposta spesso)per realizzare un igloo.


Mi ha stupita la sua pazienza nel creare i blocchi uno a uno. Abbiamo avuto non poche difficoltà nel posizionare il tetto che ha provocato svariati crolli e che secondo Edo non era abbastanza a cupola ma direi che ci possiamo accontentare, mica dobbiamo andare a viverci dentro, no? Anche se con questo tempo... :D
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...