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venerdì 22 aprile 2011
Venerdì del libro: "I'm short"
Il mio giretto in libreria ha dato i suoi frutti così per questo "Venerdì del libro" vi parlo di un libro in versione bilingue inglese-spagnolo. Cercavo per Edoardo qualche libro in inglese di facile comprensione, questo indubbiamente lo è: le frasi sono brevi e praticamente è un elenco di azioni. Il libro però mi ha colpito innanzitutto per il titolo: "I'm short" - "Sono basso". Che dire, sembrava fosse stato scritto apposta per Edo!!! Quando l'ho aperto non ho potuto fare a meno di sorridere, la prima frase è "I'm short and so what?": io a Edo dico sempre "sei basso? Chi se ne frega!". Oggi niente foto, ma vi riporto il testo:
I'm short and so what?
I can run.
I can swim.
I can read.
I can jump.
I'm short and so what?I
I can sing.
I can think.
I can kick.
I can hug.
I'm short and so what?
I can count.
I can yell.
I can laugh.
I can cry.
I'm short and so what?
I can play with my friends,
with my dog,
or three cats.
Tall or short,
This or that.
Cute or ugly.
You know what?
I am me.
And I like that.
mercoledì 20 aprile 2011
Volare ooh ooh
Ieri abbiamo preso l'aereo per la Spagna.
Ieri in aereo ero seduta tra Edo e un ragazzo ventenne alla sua prima volta in aereo che per tutta la durata del volo mi ha fatto domande.
Pre-decollo
Edo: "Mamma mi dai la caramella da ciucciare così non mi fanno male le orecchie?"
Ventenne:
-"Signora, lei è la prima volta che vola?"
-"Signora, mi scusi, mi sa dire come si allaccia questo" (la cintura)
A quel punto gli ho chiesto se avesse spento il cellulare...per fortuna non eravamo ancora decollati...
Decollo
Edo: "Mamma, lasciami il braccio, non ho paura!"
Ventenne: "Signora, mi scusi, è normale tutto sto rumore?"
Durante il volo
Edo colora un disegno, mangia un ovetto kinder e gioca con la relativa sorpresa.
Ventenne:
-"Signora ma l'atterraggio com'è?"
-"Signora, tutto a posto? No, sa, la vedevo un po' tesa" (stavo solo cercando di ascoltare il pilota)
-"Ma non dovrebbero stare tutti seduti?" (riferito alla gente che va in bagno)
Sente il rumore dello sciacquone e mi guarda con gli occhi sgranati.
Ogni volta che il pilota o le hostess parlano mi guarda con fare interrogativo e sono costretta a tradurre o semplicemente spiegare visto che il 99% delle volte parlano anche in italiano.
Atterraggio
Edo: "Posso fare un pisolino?"
Ventenne:
-"Oddio!!! Ma perchè si muove così???"
-"Ma non cambia direzione un po' troppo spesso?"
-"Ma perchè non frena???"
A Edoardo mancavano giusto gli occhiali da sole tipo Tom Cruise in Top Gun. Che figo mio figlio quando fa il duro :D
Mi sono divertita un sacco a rispondere al ragazzo, faceva quasi tenerezza. Al primo "signora" l'ho fulminato con lo sguardo, alla fine avremo avuto massimo 9 anni di differenza, che sarà mai!!! Mi fa ancora strano sentirmi chiamare signora, però niente da dire, il ragazzo era proprio educato, mi ha persino offerto i biscotti che si è comprato!
Dopo questa magnifica esperienza in volo finalmente siamo giunti in Spagna quindi se nei prossimi giorni trascurerò un po' il mio e i vostri blog abbiate pazienza :D
venerdì 15 aprile 2011
Venerdì del libro: miracoli della natura
Oggi, per il Venerdì del libro di Homemademamma vi presento due libretti in spagnolo che purtroppo credo non siano stati tradotti in italiano ma che so per certo che esistono anche in inglese.
A dicembre avevo visto con Edo un programma sulla metamorfosi del bruco in farfalla ed Edo mi aveva chiesto di procurargli un libro che spiegasse il ciclo vitale della farfalla. La ricerca è stata piuttosto difficile, i libri che trovavo mi sembravano troppo tecnici o troppo superficiali finchè a Natale, a San Sebastián ho trovato il libro che faceva al caso nostro:
"HABÍA UNA VEZ UNA ORUGA" che in italiano sarebbe "C'era una volta un bruco" e che nella versione originale inglese s'intitola "Once There Was a Caterpillar".
So che starete pensando "sì va beh, ma se io lo spagnolo/inglese non lo so...". Ho scelto di presentarvi questo libro (e quello di cui vi parlerò fra poco) nonostante l'ostacolo della lingua, perchè credo che le figure siano così esplicite e ben fatte che ne fanno un fantastico punto di partenza da cui prendere ispirazione per spiegare la metamorfosi del bruco in farfalla.
Vi riporto qualche immagine e spiegazione del libro.
Ecco qui come spiega che il bruco esce dalle uova che sono attaccate alle foglie con tanta forza che è praticamente impossibile staccarle. Immediatamente il bruco si mette a mangiare foglie e cresce tanto che presto è costretto a cambiare pelle.
Poi quando sono già belli cicciottelli si arrampicano su un albero, cambiano nuovamente la pelle e si appendono a un ramo o a una foglia. Costruendosi una specie di guscio che si chiama crisalide e che sembra una foglia in modo da nascondersi tra le foglie dell'albero ed essere protetti.
Dentro alla crisalide ha inizio la metamorfosi e il bruco inizia a cambiare e gli crescono lunghe zampe e ali. Quando la metamorfosi è completa la farfalla rompe la crisalide ed esce
Ma la storia non finisce perchè la farfalla poi tornerà allo stesso albero per deporre le uova: è ciò che chiamiamo il ciclo vitale.
Il secondo libretto "HABÍA UNA VEZ UN RENACUAJO" ("C'era una volta un girino", "Once There Was a Tadpole") è su un altro ciclo vitale: quello della rana. Anche in questo caso sono dei bambini che attraverso le loro esplorazioni e osservazioni, spiegano ai lettori come fanno i girini a diventare rane.
Enrambi i libri fanno parte della serie "Milagros de la naturaleza" cioè "Miracoli della natura" a cui appartengono altri due titoli ""Había una vez una semilla" ("C'era una volta un seme") e "Había una vez una gota de lluvia" ("C'era una volta una goccia di pioggia").
A dicembre avevo visto con Edo un programma sulla metamorfosi del bruco in farfalla ed Edo mi aveva chiesto di procurargli un libro che spiegasse il ciclo vitale della farfalla. La ricerca è stata piuttosto difficile, i libri che trovavo mi sembravano troppo tecnici o troppo superficiali finchè a Natale, a San Sebastián ho trovato il libro che faceva al caso nostro:
"HABÍA UNA VEZ UNA ORUGA" che in italiano sarebbe "C'era una volta un bruco" e che nella versione originale inglese s'intitola "Once There Was a Caterpillar".
So che starete pensando "sì va beh, ma se io lo spagnolo/inglese non lo so...". Ho scelto di presentarvi questo libro (e quello di cui vi parlerò fra poco) nonostante l'ostacolo della lingua, perchè credo che le figure siano così esplicite e ben fatte che ne fanno un fantastico punto di partenza da cui prendere ispirazione per spiegare la metamorfosi del bruco in farfalla.
Vi riporto qualche immagine e spiegazione del libro.
Ecco qui come spiega che il bruco esce dalle uova che sono attaccate alle foglie con tanta forza che è praticamente impossibile staccarle. Immediatamente il bruco si mette a mangiare foglie e cresce tanto che presto è costretto a cambiare pelle.
Poi quando sono già belli cicciottelli si arrampicano su un albero, cambiano nuovamente la pelle e si appendono a un ramo o a una foglia. Costruendosi una specie di guscio che si chiama crisalide e che sembra una foglia in modo da nascondersi tra le foglie dell'albero ed essere protetti.
Dentro alla crisalide ha inizio la metamorfosi e il bruco inizia a cambiare e gli crescono lunghe zampe e ali. Quando la metamorfosi è completa la farfalla rompe la crisalide ed esce
Ma la storia non finisce perchè la farfalla poi tornerà allo stesso albero per deporre le uova: è ciò che chiamiamo il ciclo vitale.
Il secondo libretto "HABÍA UNA VEZ UN RENACUAJO" ("C'era una volta un girino", "Once There Was a Tadpole") è su un altro ciclo vitale: quello della rana. Anche in questo caso sono dei bambini che attraverso le loro esplorazioni e osservazioni, spiegano ai lettori come fanno i girini a diventare rane.
Enrambi i libri fanno parte della serie "Milagros de la naturaleza" cioè "Miracoli della natura" a cui appartengono altri due titoli ""Había una vez una semilla" ("C'era una volta un seme") e "Había una vez una gota de lluvia" ("C'era una volta una goccia di pioggia").
giovedì 14 aprile 2011
Aspettando la Pasqua
In questi giorni ci siamo dedicati a vari lavoretti a tema pasquale.
Abbiamo iniziato con le tradizionali uova dipinte a cui abbiamo aggiunto anche quantità industriali di brillantini.
Poi Edo e La Nonna hanno scovato in cartoleria dei magnifici adesivi e trasferelli per uova(di cui ignoravo l'esistenza...)
Poi abbiamo creato un pulcino che esce dal guscio.
Ed una colomba con cotone e carta crespa.
E per finire le vetrofanie!!!
Abbiamo iniziato con le tradizionali uova dipinte a cui abbiamo aggiunto anche quantità industriali di brillantini.
Poi Edo e La Nonna hanno scovato in cartoleria dei magnifici adesivi e trasferelli per uova(di cui ignoravo l'esistenza...)
Poi abbiamo creato un pulcino che esce dal guscio.
Ed una colomba con cotone e carta crespa.
E per finire le vetrofanie!!!
lunedì 11 aprile 2011
In gita al Castello di Fénis
Da un po' di tempo avevo voglia di portare Edo a visitare un castello; l'argomento castelli e cavalieri lo affascina e mi sembrava che per lui potesse essere una bella esperienza.
Cosi sabato, approfittando della bellissima giornata e del fatto che questa è la SETTIMANA DELLA CULTURA e quindi non si pagava il biglietto d'ingresso, siamo andati in Valle d'Aosta a visitare il Castello di Fénis.
Abbiamo lasciato la macchina nel parcheggio indicato dai cartelli e da lì, attraversando un area per pic-nic in cui Edo si è intrattenuto per una scalata, siamo passati in una stradina isolata che offriva un bellissimo scorcio di castello e montagne ed abbiamo raggiunto in una decina di minuti il castello.
Una volta dentro al castello Edo si è dimenticato di noi e si è messo a seguire la guida: era sempre il primo della fila!!! È rimasto affascinato dal gigantesco camino, dalle sedie a tre gambe così costruite per avere più stabilità a causa delle irregolarità del pavimento, dal cortile affrescato e soprattutto dal racconto della guida di come dormivano seduti perchè in tempo di guerra sdraiarsi era di mal auspicio. Terminata la visita guidata durata circa mezz'ora, siamo tornati all'area pic-nic e dopo aver consumato il nostro pranzo al sacco siamo passati alla bellisima area giochi.
A mezz'oretta da Fènis ci sono altri castelli: Verrès, Issogne, Arnad, Bard, Pont-Saint-Martin. Noi abbiamo preferito goderci a pieno quello di Fénis così da rendere l'esperienza più speciale e per avere una scusa per tornare ma si può tranquillamente visitarne almeno un paio nell'arco di una giornata.
venerdì 8 aprile 2011
Sto impazzendo???
Aiutoooo!!! Vi prego qualcuno mi aiuti!!! Sono sicura di aver letto un commento credo al post sulla diversità, in cui una mamma mi raccontava di suo figlio che alla scuola materna è in classe con una bimba che passa da momenti di calma a momenti in cui salta addosso agli amichetti . La mamma diceva di aver cercato di spiegare al figlio che qualcosa nel cervello della bimba funzionava male e a volte diventava un po' più aggressiva perchè non riconosceva più i suoi amici. Mi ricordo troppi particolari, non posso essermelo inventata!!! Oggi in libreria ho visto un libro che mi sarebbe piaciuto consigliare alla mamma in questione ma quando sono tornata e ho cercato il commento per vedere di chi si trattasse non l'ho più trovato. Sparito. Volatilizzato. Ditemi che l'avete letto anche voi, please, ditemi che non sono pazzaaa!!! Se l'autrice del misterioso commento dovesse passare di qui per favore dimmi che eri tu!!! Non posso essermelo inventato! Vero???
Venerdì del libro: "Mi fai un po' paura"
Il ragazzo con la cresta, l'autista dell'autobus, la direttrice della scuola, il maestro di canto, l'adetta alla mensa, l'infermiere e la compagna di banco che parla da sola fanno un po' paura alla protagonista del libro. La bambina però sa che se conoscesse queste persone, sicuramente non le farebbero più tanta paura perchè anche lei ha una sorella che gli altri giudicano maleducata e rumorosa ma che si diverte facendo giocare i suoi fratelli, spazzolandole i capelli e dipingendole le unghie e un papà vigile che sgrida chi passa col rosso ma che il venerdì sera porta tutta la sua famiglia fuori a cena. Un bellissimo libro che insegna che spesso l'apparenza inganna e che bisognerebbe sempre saper guardare oltre prima di arrivare a conclusioni affrettate.
Questo post partecipa al Venerdì del libro di Homemademamma.
giovedì 7 aprile 2011
La diversità spiegata ai bambini
Come vi ho anticipato ieri, da qualche giorno sto meditando su una domanda che mi ha fatto Tri mamma in commento al mio post "Io come mamma sono così".
Vi riporto la domanda di Tri: "è capitato che i miei figli mi facessero domande riguardo a bambini diversi da loro, come "perchè è seduto su quella cosa?". è pura curiosità (quando sono piccoli non hanno la malizia ne di essere cattivi ne di fare domande a bassa voce!) come quando mi chiedevano "come si chiama quel signore?". ti assicuro che non vivo bene questi momenti! tu che "la vivi dall'altra parte" cosa vorresti sentire rispondere da una mamma ai propri figli? qual'è l'atteggiamento che meno ti/vi ferisce?". È una domanda molto difficile ma che sono lieta mi sia stata fatta perchè significa che c'è gente come Tri che si pone il problema di cosa sia meglio rispondere sia per educare i suoi figli sia per la reazione che la risposta può provocare nella persona interessata.
Ieri stavo ancora riflettendo sulla domanda di Tri quando sono andata a prendere Edo alla scuola materna. Edo, per fortuna, stava disegnando e ci ha messo un po' ad accorgersi del mio arrivo.Una sua compagna mi si è avvicinata e mi ha chiesto "Perchè Edo ha 4 dita?". Io, accarezzandole i capelli e sorridendole: "Perchè è nato così tesoro, come tu sei nata con i capelli ricci e gli occhioni grandi". La bambina: "Ma la mia mamma dice che è perchè Edo ha tante malattie!". Vi giuro che mi si è gelato il sangue nelle vene. Conosco la mamma di questa bambina, l'ho anche incontrata due giorni fa e ci siamo fermate a chiacchierare del più e del meno. Insomma mai e poi mai mi sarei aspettata da lei una spiegazione del genere!!! Ma non le è venuto in mente come potrebbe rimanerci mio figlio se sua figlia andasse a dirgli che lui ha un sacco di malattie??? Sono davvero senza parole.
So che non è facile rispondere ai bambini, che spesso ti colgono impreparata e che ti arrampichi sui vetri ma piuttosto rispondi che non lo sai, che bisognerebbe chiedere alla sua mamma! Oppure scegli la strada più semplice, come faccio io: "perchè è nato così (o in altri casi "magari ha avuto un incidente")". Vi assicuro che i bambini (almeno quelli dell'età del mio o poco più) non vogliono sapere altro. La verità e la sincerità sono sempre la scelta migliore ovviamente adattate a un bambino: è inutile fargli un discorso di genetica...
Quando mio figlio mi ha chiesto per la prima volta perchè è nato con quattro dita gli ho risposto che se le è dimenticate nella pancia della mamma. Nonostante mio marito abbia disapprovato la mia spiegazione e tema che un giorno mio figlio armato di coltello mi apra la pancia per recuperare le sue dita, Edo è più che soddisfatto della mia risposta e più volte l'ho sentito girare la mia spiegazione ad altri. Fino all'anno scorso si è illuso che poi le dita mancanti sarebbero cresciute ma ora ha capito che si deve accettare così com'è. Ormai a volte addirittura io scherzo sul fatto che se dovvesse nascere un fratellino magari avrebbe 2 dita in più perchè recupererebbe quelle di Edo ma Edo ride e mi dice "ma no mamma, ormai le mie restano nella tua pancia, il fratellino nasce con cinque!". Col tempo poi ho iniziato a fargli notare che tanti cartoni animati hanno quattro dita in modo da farlo sentire importante e gli ho spiegato che tutti siamo diversi e che il mondo è bello proprio per questo. Che mondo noioso sarebbe se fossimo tutti uguali!!! Ho cercato di spiegargli che nessuno è perfetto, che tutti abbiamo qualcosa che non va se non fisicamente caratterialmente e ho cercato di portargli come esempio persone a lui vicine: io ho lo sterno più alto da un lato che dall'altro, le orecchie internamente diverse, un taglio nella mano destra (dovuto ad una caduta a 3 anni con in mano un bicchiere) che ogni tanto mi causa problemi, evito il latte perchè sono stata intollerante per un breve periodo e sono cieca come una talpa; suo papà è allergico e anche lui ha problemi con la vista(ed è scorbutico :D ); mia cugina è celiaca; mio fratello ha un occhio pieno di cicatrici a causa di un incidente...insomma tutti abbiamo qualcosa di "diverso". Adesso poi che si è reso conto che disegna meglio del 99% dei suoi amici ha capito che non è il numero delle dita quello che conta.
Anche a me è capitato che Edo ancora piccolo deridesse un signore senza braccia. Ne ero rimasta sconvolta e la mia risposta era stata molto secca, tanto da spegnergli il sorriso: "Ti piacerebbe che ridessero di te perchè hai quattro dita???". All'epoca mi ero poi pentita di averlo messo davanti alla realtà ma ora credo che gli sia servito, non ho più sentito un commento o una risata fuori posto.
Sono convinta che il pregiudizio non sia innato nei bambini ma sia la conseguenza dell'educazione che hanno ricevuto quindi credo che la strada migliore sia insegnare ai bambini la tolleranza ed il rispetto, il resto verrà da sè.
Detto ciò, io sono contenta quando sono i bambini a venire direttamente da me a chiedere spiegazioni e mi piace un sacco vederli andare via con la faccia soddisfatta perchè finalmente si sono tolti un dubbio.
Cara Tri mamma, non so se il mio post ti sarà di qualche aiuto ma sono certa che da persona sensibile che sei saprai trovare le parole migliori.
Vi riporto la domanda di Tri: "è capitato che i miei figli mi facessero domande riguardo a bambini diversi da loro, come "perchè è seduto su quella cosa?". è pura curiosità (quando sono piccoli non hanno la malizia ne di essere cattivi ne di fare domande a bassa voce!) come quando mi chiedevano "come si chiama quel signore?". ti assicuro che non vivo bene questi momenti! tu che "la vivi dall'altra parte" cosa vorresti sentire rispondere da una mamma ai propri figli? qual'è l'atteggiamento che meno ti/vi ferisce?". È una domanda molto difficile ma che sono lieta mi sia stata fatta perchè significa che c'è gente come Tri che si pone il problema di cosa sia meglio rispondere sia per educare i suoi figli sia per la reazione che la risposta può provocare nella persona interessata.
Ieri stavo ancora riflettendo sulla domanda di Tri quando sono andata a prendere Edo alla scuola materna. Edo, per fortuna, stava disegnando e ci ha messo un po' ad accorgersi del mio arrivo.Una sua compagna mi si è avvicinata e mi ha chiesto "Perchè Edo ha 4 dita?". Io, accarezzandole i capelli e sorridendole: "Perchè è nato così tesoro, come tu sei nata con i capelli ricci e gli occhioni grandi". La bambina: "Ma la mia mamma dice che è perchè Edo ha tante malattie!". Vi giuro che mi si è gelato il sangue nelle vene. Conosco la mamma di questa bambina, l'ho anche incontrata due giorni fa e ci siamo fermate a chiacchierare del più e del meno. Insomma mai e poi mai mi sarei aspettata da lei una spiegazione del genere!!! Ma non le è venuto in mente come potrebbe rimanerci mio figlio se sua figlia andasse a dirgli che lui ha un sacco di malattie??? Sono davvero senza parole.
So che non è facile rispondere ai bambini, che spesso ti colgono impreparata e che ti arrampichi sui vetri ma piuttosto rispondi che non lo sai, che bisognerebbe chiedere alla sua mamma! Oppure scegli la strada più semplice, come faccio io: "perchè è nato così (o in altri casi "magari ha avuto un incidente")". Vi assicuro che i bambini (almeno quelli dell'età del mio o poco più) non vogliono sapere altro. La verità e la sincerità sono sempre la scelta migliore ovviamente adattate a un bambino: è inutile fargli un discorso di genetica...
Quando mio figlio mi ha chiesto per la prima volta perchè è nato con quattro dita gli ho risposto che se le è dimenticate nella pancia della mamma. Nonostante mio marito abbia disapprovato la mia spiegazione e tema che un giorno mio figlio armato di coltello mi apra la pancia per recuperare le sue dita, Edo è più che soddisfatto della mia risposta e più volte l'ho sentito girare la mia spiegazione ad altri. Fino all'anno scorso si è illuso che poi le dita mancanti sarebbero cresciute ma ora ha capito che si deve accettare così com'è. Ormai a volte addirittura io scherzo sul fatto che se dovvesse nascere un fratellino magari avrebbe 2 dita in più perchè recupererebbe quelle di Edo ma Edo ride e mi dice "ma no mamma, ormai le mie restano nella tua pancia, il fratellino nasce con cinque!". Col tempo poi ho iniziato a fargli notare che tanti cartoni animati hanno quattro dita in modo da farlo sentire importante e gli ho spiegato che tutti siamo diversi e che il mondo è bello proprio per questo. Che mondo noioso sarebbe se fossimo tutti uguali!!! Ho cercato di spiegargli che nessuno è perfetto, che tutti abbiamo qualcosa che non va se non fisicamente caratterialmente e ho cercato di portargli come esempio persone a lui vicine: io ho lo sterno più alto da un lato che dall'altro, le orecchie internamente diverse, un taglio nella mano destra (dovuto ad una caduta a 3 anni con in mano un bicchiere) che ogni tanto mi causa problemi, evito il latte perchè sono stata intollerante per un breve periodo e sono cieca come una talpa; suo papà è allergico e anche lui ha problemi con la vista(ed è scorbutico :D ); mia cugina è celiaca; mio fratello ha un occhio pieno di cicatrici a causa di un incidente...insomma tutti abbiamo qualcosa di "diverso". Adesso poi che si è reso conto che disegna meglio del 99% dei suoi amici ha capito che non è il numero delle dita quello che conta.
Anche a me è capitato che Edo ancora piccolo deridesse un signore senza braccia. Ne ero rimasta sconvolta e la mia risposta era stata molto secca, tanto da spegnergli il sorriso: "Ti piacerebbe che ridessero di te perchè hai quattro dita???". All'epoca mi ero poi pentita di averlo messo davanti alla realtà ma ora credo che gli sia servito, non ho più sentito un commento o una risata fuori posto.
Sono convinta che il pregiudizio non sia innato nei bambini ma sia la conseguenza dell'educazione che hanno ricevuto quindi credo che la strada migliore sia insegnare ai bambini la tolleranza ed il rispetto, il resto verrà da sè.
Detto ciò, io sono contenta quando sono i bambini a venire direttamente da me a chiedere spiegazioni e mi piace un sacco vederli andare via con la faccia soddisfatta perchè finalmente si sono tolti un dubbio.
Cara Tri mamma, non so se il mio post ti sarà di qualche aiuto ma sono certa che da persona sensibile che sei saprai trovare le parole migliori.
mercoledì 6 aprile 2011
Orecchini: la mia passione!
Sono giorni che mi riprometto di scrivere un post su un argomento importante suggeritomi da tri mamma in un suo commento ma proprio non ho la concentrazione adeguata ad un tema di tale peso. Oggi preferisco parlare di frivolezze così ho colto al volo la vostra richiesta di un post sulla mia passione per gli orecchini (in realtà la richiesta è solo di seicuorieunacasetta ma colgo la palla al balzo: grazie Seicuori!!!).
I miei genitori mi hanno concesso i buchi alle orecchie solo alle medie. Forse sarà il fatto di aver passato così tanto tempo a desiderare di potermi comprare un paio di orecchini a scatenarmi una vera e propria passione! (Mi è successa la stessa cosa con le patatine che a casa mia erano bandite: appena sono andata a vivere da sola ne ho comprata una scorta infinita e vorrei mio marito potesse raccontarvi le mie notti -più di una perchè ero proprio recidiva- passate a vomitare per aver esagerato con le "Rodeo"...).
All'inizio mi sono buttata su quelli con le murrine colorate, da abbinare a seconda dei colori che indossavo. Poi sono passata a quelli di pietre e conchiglie piuttosto che al classico cuoricino argentato.
Ora quelli con le murrine proprio non mi piacciono più (però li tengo sperando prima o poi di avere una bimba) ma la mia collezione si è notevolmente ampliata nel corso degli anni fino ad ottenere il seguente risultato:
Ora porto prevalentemente questi per una questione di comodità: si abbinano con tutto. Sono un regalo di mia nonna paterna a mia mamma quindi per me hanno anche un valore affettivo. In origine erano d'oro giallo ma io preferisco l'oro bianco quindi hanno subito una modifica. Sono comodissimi perchè hanno una chiusura a vite che impedisce di perderli. Peccato non li facciano più così!!!
Questi sono gli orecchini per le occasioni importanti o per quando voglio apparire un po' più chic.
Questi invece sono per tutti i giorni, sempre a seconda di come sono vestita. (Sono un po' maniaca degli abbinamenti...)
E per finire vi presento gli ultimi arrivati!!! Che ne dite delle mie bamboline??? Io me ne sono innamorata ma Edo dice che sono brutte... :-(
I miei genitori mi hanno concesso i buchi alle orecchie solo alle medie. Forse sarà il fatto di aver passato così tanto tempo a desiderare di potermi comprare un paio di orecchini a scatenarmi una vera e propria passione! (Mi è successa la stessa cosa con le patatine che a casa mia erano bandite: appena sono andata a vivere da sola ne ho comprata una scorta infinita e vorrei mio marito potesse raccontarvi le mie notti -più di una perchè ero proprio recidiva- passate a vomitare per aver esagerato con le "Rodeo"...).
All'inizio mi sono buttata su quelli con le murrine colorate, da abbinare a seconda dei colori che indossavo. Poi sono passata a quelli di pietre e conchiglie piuttosto che al classico cuoricino argentato.
Ora quelli con le murrine proprio non mi piacciono più (però li tengo sperando prima o poi di avere una bimba) ma la mia collezione si è notevolmente ampliata nel corso degli anni fino ad ottenere il seguente risultato:
Ora porto prevalentemente questi per una questione di comodità: si abbinano con tutto. Sono un regalo di mia nonna paterna a mia mamma quindi per me hanno anche un valore affettivo. In origine erano d'oro giallo ma io preferisco l'oro bianco quindi hanno subito una modifica. Sono comodissimi perchè hanno una chiusura a vite che impedisce di perderli. Peccato non li facciano più così!!!
Questi sono gli orecchini per le occasioni importanti o per quando voglio apparire un po' più chic.
Questi invece sono per tutti i giorni, sempre a seconda di come sono vestita. (Sono un po' maniaca degli abbinamenti...)
E per finire vi presento gli ultimi arrivati!!! Che ne dite delle mie bamboline??? Io me ne sono innamorata ma Edo dice che sono brutte... :-(
martedì 5 aprile 2011
Delusa...
"Because thou art a miracle of deafness. It is not that thou art stupid. Thou art simply deaf. One who is deaf cannot hear music. Neither can he hear the radio. So he might say, never having heard them, that such things do not exist."
"Perchè tu sei un prodigio di sordità. Non è che tu sia stupido. Sei semplicemente sordo. Uno che è sordo non può sentire la musica. Nè può sentire la radio. Così, non avendole mai sentite, può dire che queste cose non esistono."
E. Hemingway "Per chi suona la campana"
"Perchè tu sei un prodigio di sordità. Non è che tu sia stupido. Sei semplicemente sordo. Uno che è sordo non può sentire la musica. Nè può sentire la radio. Così, non avendole mai sentite, può dire che queste cose non esistono."
E. Hemingway "Per chi suona la campana"
Premio "The Versatile Blogger"
La mia carissima amica blogger Sei cuori e una casetta mi ha passato il premio Versatile Blogger! Grazie Seicuorieunacasetta!
Allora, innanzitutto devo ringraziare per il premio: GIÀ FATTO
Poi, raccocontare 7 cose su di me:
-Adoro gli orecchini, ne comprerei a valanghe (prima o poi vi toccherà pure un post sull'argomento :D )
-Adoro cantare, sigle dei cartoni comprese...
-Adoro cucinare, soprattutto i dolci anche se non sono proprio una cuoca modello e mi piacerebbe dedicare più tempo ai fornelli.
-Adoro il passare delle stagioni e come si riflette sulla natura
-Adoro le amiche che non si arrabbiano se sparisci ma che sono pronte a richiamarti all'ordine quando ce n'è bisogno: vedi la mia amica D. che l'altro giorno mi ha scritto "ho voglia di vederti, mi manchi".
-Sono due anni che sto scrivendo la mia tesi di laurea in lingue e letterature straniere...e sono qui a scrivere un post....
-Amo il disordine tra i miei fogli ma odio i fazzoletti sporchi di mio marito abbandonati nell'angolo meno pensato
Ora dovrei girare il premio ad altri 15 blogger... 15??? Ho accennato al fatto che non mi hanno mai insegnato a contare? No??? Che strano, credevo di avervelo detto che so contare solo fino a...cinque...
-Lamammaèsemprelamamma
-Ester
-Goldberry
-Finalmentemamma
-Sfollicolatamente
venerdì 1 aprile 2011
Venerdì del libro: le bandiere
Per il Venerdì del libro, oggi vi suggerisco due libri sulle bandiere, argomento che ha sempre affascinato mio figlio. Dividendoci tra Italia, Spagna e Francia Edo ha imparato presto a distinguere i colori appartenenti ai tre stati e appena vede una bandiera nuova ne è subito incuriosito e vuole imparare che paese rappresenta. Così Babbo Natale gli ha portato un libro di cui io mi ero innamorata: "Le bandiere del mondo spiegate ai ragazzi". È un libro destinato a bambini dai sei anni in su. Per Edo lo trovo ancora un po' difficile perchè le spiegazioni fanno spesso riferimento a fatti storici che ovviamente ancora non conosce o a concetti troppo complicati. Per esempio della bandiera italiana dice "Il verde è il colore delle nostre pianure, il bianco la neve delle nostre cime, il rosso, il sangue dei caduti": ho preferito rimandare la spiegazione sui caduti per la patria a tempi più propizi... Però lo guardiamo spesso nel suo tripudio di colori e sono sicura che fra qualche anno sarà uno dei suoi libri preferiti. Non vi nascondo di essermi appropriata del libro in più occasioni per scoprire il significato di qualche bandiera perchè, come recita la recensione in copertina "Ogni bandiera porta in sé la storia di uno stato. Colori, forme e disegni non sono mai scelti casualmente. Emblema dell’unità di un paese, la bandiera evoca spesso le vicende travagliate della sua indipendenza."
Poco tempo fa invece mi sono lasciata tentare da un libricino sullo stesso tema "L'alfabeto delle bandiere". Per quanto l'età di lettura consigliata sia la stessa, l'argomento viene trattato in modo decisamente più semplice e l'utilizzo di rime unito alle illustrazioni colorate che si rifanno ad elementi tipici dello stato in questione aiutano a ricordare. Inoltre, come dice il titolo, si tratta di un libro per imparare l'alfabeto ed è davvero un modo divertente per cercare di memorizzare le lettere!!!
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